03/03/2022
Con sentenza 235/2022 la Corte di Appello di Ancona ha messo un punto fermo nel riconoscimento dei diritti dei cittadini marchigiani non autosufficienti ricoverati in strutture residenziali socio sanitarie.
L’ASUR Marche (Azienda Unica Sanitaria Regionale) dopo un percorso processuale complicato anche dalle vicende Covid, è stata condannata a “provvedere al pagamento della rata di degenza della sig.ra V.G presso la struttura ospitante”. Nel complesso una somma di oltre 100.000 da corrispondere agli eredi della degente, colpita da una grave forma di Alzheimer, e nel frattempo venuta a mancare.
La vicenda risale all’ottobre 2013, quando l’Amministratore di sostegno della degente, assistito da Adiconsum Marche Aps e dal sindacato dei pensionati della Cisl (FNP-CISL) per il tramite dello studio dell’Avv. Ezio Gabrielli, ha avviato un'azione civile nei confronti dell'ASUR., per per veder riconosciuto il diritto al rimborso delle rette di degenza in una Residenza Protetta.
«Diritto che - precisano Adiconsum Marche Aps e Fnp Cisl Marche - discende da un principio di civiltà giuridico, già oggetto di altre pronunce della Cassazione, che nella nostra regione si è sempre voluto disattendere. Quando nel periodo di degenza concorrono attività di carattere socioassistenziali (di competenza di Regione ed Enti locali) e prestazioni sanitarie, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, gli oneri di ricovero devono essere sostenuti, per intero, dal Servizio Sanitario Nazionale e, quindi in questo caso dall’ASUR. L’applicazione di questo principio, che interessa ogni categoria di disabilità. veniva opposta dall’Asur, che sosteneva la prevalenza della regolamentazione regionale, che prevede grandi limitazioni al rimborso. Il quesito è stati dipanato dalla Corte di Appello di Ancona che ha ricordato che le Regioni, nell’esercizio della potestà legislativa loro attribuita, sono tenute a rispettare i principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato e che pertanto nessun regolamento regionale può legittimare il rifiuto all’assistenza nei confronti di cittadini colpiti da gravi disabilità.»