16/10/2024
Il prossimo
16 ottobre si celebrerà la 45ª Giornata
Mondiale dell’Alimentazione (World Food
Day), con il tema “Diritto al cibo per una
vita e un futuro migliori”.
I dati della FAO (Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) sono allarmanti. Nonostante si producano
quantità di cibo superiori al fabbisogno dell’intera popolazione globale,
ancora oggi nel mondo, 733 milioni di persone soffrono
la fame. Circa il 22,3% dei bambini al di sotto dei 5 anni è affetto
da rachitismo e il 6,8% da deperimento. Le donne hanno l’1,3% di probabilità in più rispetto
agli uomini di
ritrovarsi in stato di insicurezza alimentare
moderata o grave.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dallo spreco
alimentare. A livello
globale, il 13% dei generi
alimentari va perso
tra la fase di raccolto
e il trasporto; il 19% viene sprecato nelle fasi di vendita al
dettaglio e consumo.
Circa
2,8 miliardi di persone nel mondo non possono
permettersi un’alimentazione corretta. L’alimentazione scorretta è la
principale causa di tutte le forme di malnutrizione: denutrizione, carenze
di micronutrienti e obesità, oggi presenti nella maggior parte
dei Paesi e trasversali
rispetto alle classi socioeconomiche. Circa 2,5
miliardi di adulti e 37 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni sono in sovrappeso e circa 890 milioni di persone adulte sono affette da
obesità.
Le
persone più vulnerabili sono spesso costrette a consumare solo alimenti di base
o prodotti a buon mercato - spesso malsani - mentre altre non hanno accesso a
generi alimentari freschi o diversificati, non dispongono delle informazioni necessarie per adottare un regime alimentare nutriente
o magari optano per la praticità. In tutte le regioni del mondo,
oltre 1,6 miliardi di donne e bambini sono
esposti a carenza di una o più vitamine e minerali.
La fame e la malnutrizione sono aggravate da crisi causate da conflitti
armati, fenomeni meteorologici estremi e shock economici. I sistemi
agroalimentari sono vulnerabili alle calamità e alle crisi, in particolare agli
effetti del cambiamento climatico, ma allo stesso tempo generano inquinamento,
degrado dei suoli, delle risorse idriche e dell’aria, e concorrono alle emissioni di gas a effetto serra e alla perdita di biodiversità. Ogni anno 600 milioni di persone si ammalano e
420.000 muoiono in seguito al consumo di cibo contaminato.
La Giornata Mondiale dell’Alimentazione di quest’anno, vuole
sensibilizzare tutti su un concetto primario: il cibo come diritto umano.
La campagna sensibilizza l’opinione pubblica,
in oltre 150 Paesi del mondo, al fine di rimarcare la necessità che tutti
abbiano accesso a una varietà di prodotti nutrienti, a buon mercato, sicuri e
sostenibili.
Ma quale è la situazione in Italia?
Proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Andrea
Segrè, Professore ordinario
di economia circolare
e politiche per lo sviluppo sostenibile all’Università
di Bologna, e Ilaria Pertot, Professoressa ordinaria di patologia vegetale
all’Università di Trento ed esperta di produzione agricola sostenibile,
presenteranno i dati del loro ultimo libro “La spesa
nel carrello degli altri. L’Italia e l’impoverimento alimentare”.
Il
primo dato è che il nostro Paese si scopre più povero.
L’indice di povertà assoluta nell’ultimo anno è passato dal 7,7% all’8,5% della
popolazione, interessando 5,7 milioni
di persone. I dati esposti
nel libro sono preoccupanti:
1 italiano su 3 è costretto ad acquistare prodotti
a ridosso di scadenza o esteticamente poco attraenti; 1 su 2 ad acquistare
online; 1 su 4 a cercare di auto-produrre il cibo; 1 su 3 a scegliere solo
discount. Ancora, l’indice di insicurezza alimentare sale del 26% nel Sud
rispetto a Nord e Centro e si impenna al 280% nel cosiddetto ceto popolare
rispetto alla media nazionale.
Il libro racconta, attraverso tredici storie di
sopravvivenza alimentare ed esistenziale, di vecchi e nuovi poveri, categoria
nella quale sempre più spesso entrano i pensionati. Anche se, come spiegano gli autori “In questa società potrebbe
capitare a tutti, da un momento all’altro, di saltare il fosso
dell’impoverimento, amministrando gli esigui 97 centesimi al giorno messi a
disposizione dalla inadeguata social card, istituita con legge di bilancio 2024
e ad aggravare la situazione non c’è solo la disoccupazione, ma sempre più
spesso il ‘lavoro povero’, precario,
a nero e a basso
salario, che non garantiscono sicurezza finanziaria, mentre
le povertà di genere vedono
le donne percepire
pensioni inferiori del 27%
rispetto agli uomini”.